lunedì, maggio 02, 2005

L’odore

È stato un solco tracciato all’improvviso
senza certezze, senza prudenza
nell’annusarci d’istinto e di stupore,
in un crescendo che ha dell’irregolare.

Forse l’attesa ci ha visto troppo soli,
forse nel mondo non sapevamo stare
così distanti ad aspettarci ancora.
Così prudenti, così distanti, così prudenti.

Sei il suono, le parole
di ogni certezza persa dentro il tuo odore.
Siamo gli ostaggi di un amore che esplode ruvido
di istinto e sudore.

È stato un lampo esploso in un secondo
a illuminarti in un riflesso,
quando temevi tutta la luce intera,
l’iridescenza della tristezza.

Probabilmente lasciandomi cadere
a peso morto al tuo cospetto
avrei sicuramente permesso la visuale
sulle mie alienazioni, sui miei tormenti,
sui miei frammenti.

Ma voglio che tu
tu piano piano scivoli dentro me,
ma voglio che poi nell’insinuarti sia incantevole.
Ma voglio che tu tu piano piano faccia strage di me
in un incerto compromesso tra la mia anima e il suo riflesso.

Sei il suono, le parole
di ogni certezza persa dentro il tuo odore.
Siamo gli ostaggi di un amore che esplode fragile
di istinto e sudore.

Quanti graffi da accarezzare
per tutti i cieli che possiamo tracciare,
tutte le reti del tuo odore
dentro gli oceani che dobbiamo affrontare.

Ma voglio che tu
tu piano piano scivoli dentro me,
ma voglio che tu nell’insinuarti sia incantevole.
Ma voglio che tu tu piano piano scivoli dentro me,
ma voglio che tu nell’insinuarti tu sia incantevole.
Ma voglio...

(*)
Sbs